In Italy the social elevator is blocked: the children of graduates (almost) never drop out of school and (almost) all of them graduate
https://www.skuola.net/news/inchiesta/italia-ascensore-sociale-bloccato-laureati-abbandono-scolastico-.html
Posted by mirkul
15 Comments
Statistiche ISTAT orribili:
Ci sono laureati solo nel 12,8% delle famiglie in cui i genitori possiedono al più la licenza media.
Comunque il tasso di disoccupazione dei laureati (per quanto sia da prendere con cautela), indica che paga, solo il 3,6% non trova poi un lavoro.
Chiaro che non per forza tutti si devono laureare, però questa disparità legata alla famiglia di origine andrebbe assottigliata.
L’ascensore sociale italiano come quello condominiale di the big bang theory
Sì. L’ambiente é tutto.
Se parliamo di famiglie con al più la licenza media, stiamo parlando di contesti in cui: o si vive in paesi molto lontano dai medi centri urbani, o un contesto in cui la scuola é vista come secondaria o terziaria. Famiglie con al più la licenza media sono famiglie che rischiano di essere in condizioni di estrema povertà al giorno d’oggi (se non appunto coloro che vivono in zone isolate) e un ambiente del genere é normale che crescano meno laureati, perché si é meno incentivati a fare queste scelte, sia per necessità (isolamento fisico) o per ambiente familiare.
Per le famiglie con al più un diploma di scuola superiore le cose sono diverse. L’università può essere vista o non vista come una cosa positiva azzarderei con una probabilità simile, quindi é qui che bisogna intervenire e promuoverla, ricordando che comunque l’università non é qualcosa per tutti, e bisogna sempre seguire le inclinazioni delle persone.
Che il numero di laureati maggiore provenga da famiglie con almeno un laureato e’ tautologico. Tendenzialmente queste famiglie sono più abbienti, vivono non lontano dai centri urbani con università , e ritengono l’università come naturale proseguimento della scuola superiore.
Quando per la stessa posizione lavorativa e lo stesso stipendio competono persone con il diploma superiore e il dottorato, qualche problema c’è.
Se poi prendiamo pure il pubblico, meritocrazia spostati proprio.
Sento fin troppa gente nel 2024 sostenere che l’università è una perdita di tempo.
Fino al livello di rifiutarsi di pagarla ai figli, quindi non mi stupisco.
Porto la mia realtà :
I miei hanno entrambi la terza media, ma da bravi genitori hanno sempre incentivato me e mio fratello a studiare quanto volessimo.
Com’è finita? Entrambi abbiamo fatto un ITS dopo la maturità e poi a lavorare.
Sinceramente, al tempo, l’idea di chiudermi in un’università per 5 anni (perchè farne 3 tutti mi dicevano fosse tendenzialmente inutile) non ci andava. Eravamo pure entrambi buoni studenti con una media dell’8-9. Oltre questo, l’idea che una laurea ti portasse in luoghi inaccessibili non l’abbiamo mai avuta. In Veneto ci sono un sacco di imprese e se sei bravo ed un attimo specializzato arrivi a prendere 2000€ netti al mese.
A tornare indietro forse l’uni l’avrei anche fatta, addirittura qualcosa di umanistico. Pure anche per essere l’unico laureato da entrambi i lati della famiglia. Ma all’atto pratico al tempo non vedevo alcuna utilità ad iniziare a lavorare a 24/25 anni per poi essere pagato come chiunque altro.
Senza un confronto con il resto d’Europa questo è difficile da interpretare.
La riprova che se conosci qualcuno o hai i soldi i tuoi figli possono fare il cazzo che gli pare.
eh beh sarebbe molto meglio se i figli dei laureati non si laureassero… così l’ascensore sociale sarebbe funzionante, almeno in discesa.
Ragazzi ma che cavolo dite? E’ normale che se sei figlio di uno che ha studiato ti spingerà a studiare.
Se sei figlio di un’ignorante da “università della vita”, dei libri che te ne fai?
Il problema è che in questo Paese lo studio è considerato una cosa da fessi snob.
Molti lavori di oggi, soprattutto alcuni ben retribuiti, non richiedono per forza una laurea ma bensì la “cazzimma”. Soprattutto nel digitale, se dimostri di essere in grado di svolgere il tuo ruolo, delle qualifiche non gliene frega niente a nessuno (e non parlo solo per i programmatori). Si sta poi diffondendo sempre di più il mito di costruirsi da soli, quindi piccoli nuovi imprenditori, freelance, partite iva e lavoretti a nero abbondano.
Molti stanno anche tornando ai lavori manuali e agricoli, logicamente spaventati dall’IA ma in generale di dover affrontare un mondo lavorativo umiliante.
D’altra parte, ci hanno educato alla grandissima utilità della laurea che ti porta alla massima aspirazione di fare gavetta al mc donald o nell’ufficio di avvocati/commercialisti ecc a €400/mese (quando non gratis) e un sonoro calcio nel culo.
Va da sé che laurearsi stia diventando sempre più anacronistico e svantaggioso, e resta in molti casi una questione di “lustro” familiare fine a sé stesso.
Con questo non dico che laurearsi sia una cosa negativa, se fatto con dei criteri puramente culturali è un’esperienza totalizzante della tua persona, ma in ottica lavorativa non ha più lo stesso peso che aveva anche solo 20 anni fa. Forse può servire a fare punti per i concorsi pubblici, ma non di più.
E non tocchiamo la mafia della carriera in università .
Papà a malapena diplomato con lavoro da statale: mutuo per 120mq di casa a roma, macchina, moglie a casa a guardare il figlio, risparmi
Figlio dello stesso padre iperlaureato con esperienze di lavoro all’estero: magari arriviamo a fine mese
Eh ma non si é mai stati bene come si sta ora!
Tutti laureati = nessuno laureato
Si giusto ma una considerazione.
La laurea non è più così direttamente collegata all’ascensore sociale come lo era fino a 20/30 anni fa. Andate a vedere che stipendi hanno i neo laureati dopo anni e anni di spese e fatiche e quelli di molti lavori senza laurea.
Non mi sorprenderebbe se in questo dato ci fosse anche gente che non va all’università anche per questo motivo. Perché io in primis da laureato se tornassi indietro molti dubbi li avrei se iniziare o meno. E molti mie colleghi anche. Eppure tutti noi del campione veniamo da famiglie di laureati.
Voglio portare una voce fuori dal coro e vi prego di prenderla così com’è. Come una provocazione.
So che si parla di università ma…
Tutto questo pompare sulle università non lo vedo molto positivo IMHO. Dovrebbe essere calmierato con una giusta pubblicità per il settore secondario (si dice così?) altrimenti poi ci si ritrova con più avvocati che elettricisti idraulici ( https://www.adnkronos.com/economia/artigiani-crollo-allarme-cgia_6NWj6FcN2v5IB1e7OtWQAT)
In questi ultimi anni ho assistito ad una demonizzazione dei lavori manuali, complici anche i social che puntano tutto sulle apparenze e sull’essere vip.
Non ci vedo nulla di male se non si proseguono gli studi universitari e si scelgono altre strade.
ma dov’è il fenomeno che diceva che la laurea non conta un cazzo ed è giusto che uno dopo anni di studi finisca a fare l’operaio qualsiasi o l’impiegato con gli stessi task del collega di scrivania con la media inferiore