Martedì scorso è stato blindato l’emendamento di Fratelli d’Italia presente nel PNRR. Questo emendamento dice che le regioni, relativamente ai consultori, possono «avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità». Ovvero, avvalersi e collaborare con associazioni antiabortiste, pro-life. Come la “Pro vita e famiglia” o il “Movimento per la vita”. In breve, senza giri di parole, queste associazioni avranno il compito di dissuadere la donna dall’aborto. Chi ha proposto l’emendamento dice che quest’ultimo non va a modificare la legge 194 del 1978 ma anzi che va a sottolinearne l’articolo 2.
> l’articolo 2 e i relativi commi, è quello di assistere la donna in gravidanza fornendo informazioni e servizi di vario tipo (diritto del lavoro, contraccezione, maternità a rischio…) e anche, come si legge al comma d, «contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza». Ed proprio a questo comma che fa riferimento il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli nel dire che l’emendamento voluto da FdI segue i dettami della 194.
Molte associazioni femministe, come riportato nell’articolo, hanno fatto notare che “le associazioni antiabortiste sono infatti presenti nei consultori, sono finanziate da alcune regioni, e si inseriscono al momento dei colloqui dopo i quali è rilasciato il certificato medico per andare in ospedale, tentando di dissuadere le persone in procinto di abortire.”
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Martedì scorso è stato blindato l’emendamento di Fratelli d’Italia presente nel PNRR. Questo emendamento dice che le regioni, relativamente ai consultori, possono «avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità». Ovvero, avvalersi e collaborare con associazioni antiabortiste, pro-life. Come la “Pro vita e famiglia” o il “Movimento per la vita”. In breve, senza giri di parole, queste associazioni avranno il compito di dissuadere la donna dall’aborto. Chi ha proposto l’emendamento dice che quest’ultimo non va a modificare la legge 194 del 1978 ma anzi che va a sottolinearne l’articolo 2.
> l’articolo 2 e i relativi commi, è quello di assistere la donna in gravidanza fornendo informazioni e servizi di vario tipo (diritto del lavoro, contraccezione, maternità a rischio…) e anche, come si legge al comma d, «contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza». Ed proprio a questo comma che fa riferimento il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli nel dire che l’emendamento voluto da FdI segue i dettami della 194.
Da [qui](https://27esimaora.corriere.it/24_aprile_16/aborto-associazioni-pro-vita-consultori-cosa-dice-legge-194-qual-situazione-attuale-1327207a-fbd5-11ee-bd7d-ba8cac63572b_amp.html)
Molte associazioni femministe, come riportato nell’articolo, hanno fatto notare che “le associazioni antiabortiste sono infatti presenti nei consultori, sono finanziate da alcune regioni, e si inseriscono al momento dei colloqui dopo i quali è rilasciato il certificato medico per andare in ospedale, tentando di dissuadere le persone in procinto di abortire.”
Ricordiamo anche l’altissimo numero di medici e sanitari obiettori di coscienza (il [64,6% in Italia](https://www.associazionelucacoscioni.it/cosa-facciamo/aborto-e-contraccezione/aborto))